lunedì 31 marzo 2008

Groovedelica Sessions Aprile 008


  1. Gerardo Frisina feat. Anna Clementi - Carolin Carol Bela
  2. The Dining Rooms - Ocean (Diggin' In Latin Mix)
  3. Soulstance - Special One
  4. The Dining Rooms - Thin Ice (Fedreghini & Bianchi Rmx)
  5. Rosalia De Souza - Rio De Janeiro (Beatfanatic Rmx)
  6. Dalindeo - Non Stop Flight
  7. The Quantic Soul Orchestra - Panama City
  8. Kinny & Horne - Queen Of Boredness (Diesler Mix)
  9. Luis Ferri feat. Adi Souza - Jurubeba
  10. The Invisible Session - (Mitchell & Dewbury Rmx)
  11. Beat Out Shrine - Pinkie (2008 version)
  12. Toco - Guarapiranga (Gerardo Frisina Rmx)
  13. Aiff- Akwaaba (Diesler feat. Laura Vane Rmx)
  14. Capoeira Twins - Four (Mr. Scruff Rmx)
  15. New Cool Collective with Tony Allen - One More Time
  16. Mo’ Horizons/Bahama Soul Club - Kikiribu
  17. Gerardo Frisina - African Nite Life - Schema
  18. The Ipanemas - Ghana
  19. Saravah Soul - Oil Is Ticker Than Blood
  20. Fragment Orchestra - Carioca ( Nicola Conte Rmx)

Compiled By Dj Francesco Crapanzano

myspace.com/groovedelica

martedì 25 marzo 2008

Cover Art

















Edu Lobo - Vento Bravo


Artist: Edu Lobo
Title: Vento Bravo
Label: Biscoito Fino
TRACKLIST:
Vento Bravo è il primo dvd di Edu Lobo e descrive la vita di questo popolare musicista brasiliano, autore di numerosi brani e compositore di colonne sonore per film e musical.Il “menù” include un documentario realizzato da Regina Zappa e Beatriz Thielmann, che ripercorre la storia musicale di Edu Lobo con la partecipazione di Paulo Cesar Pinheiro, Maria Bethania, Chico Buarque, Gianfrancesco Guarnieri, Joyce ed altri artisti brasiliani. La seconda parte è costituita da un concerto registrato nel 2006, la cui scaletta prende in esame le varie fasi della carriera di Edu Lobo attraverso 12 brani, alcuni interamente composti dall’artista brasiliano altri in pertnership con Chico Buarque, Torquato Neto e Capiman.Audio: Dolby Digital 2.0, 5.1 & DTS. Durata: 70 min. (documentario); 43 min. (show)

Cinematic Orchestra - Live At The Royal Albert Hall



Artist: Cinematic Orchestra
Title: Live At The Royal Albert Hall
Label: Ninja Tune

TRACKLIST:
01. All That You Give
02. Child Song
03. Flite
04. Familiar Ground
05. To Build A Home
06. Prelude
07. Breathe
08. Man With A Movie Camera
09. Time and Space

NOTE:

In una location mitica (il Royal Albert Hall di Londra, teatro di storiche performance di artisti come Bob Dylan, Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd e Led Zeppelin), Jason Swinscoe e la sua Orchestra Cinematica, il 2 novembre 2007 hanno registrato il Live della loro vita.Oltre quaranta musicisti sul palco tra cui i 24 elementi della Heritage Orchestra (uno dei più importanti ensemble inglesi), le voci di Heidi Vogel, Lou Rhodes dei Lamb e Grey Reverend, il ritorno di PC (membro originale del gruppo) ai turntables, l’arena gremita, la band reduce dal successo dell’ultimo album in studio Ma Fleur, sono gli elementi che contribuiscono a rendere questo Live At Royal Albert Hall un evento unico.

venerdì 14 marzo 2008

I 5 anni del Blue Note


Il 19 marzo del 2003 fu Chick Corea ad inaugurare il locale milanese, unico Blue Note esistente in Europa, divenuto con il tempo un importante spazio propositivo della città meneghina. Circa 60 mila spettatori annui, un calendario che da settembre a giugno propone un variegato programma, prevalentemente fusion e pop-jazz ma anche nomi di assoluto prestigio, tant'è che la ricorrenza viene festeggiata con il trio di Brad Mehldau venerdi' e sabato ed un inedito trio composto da Roscoe Mitchell, Leo Smith e Bankhead lunedi' 17 marzo. Non ho mai amato molto la formula del Blue Note, prezzi alti e cartellone prevalentemente jazz-rock, ma la presenza del club in città è divenuta via via più significativa e spesso, come in questa ricorrenza, le proposte sono all'altezza della fama.

venerdì 7 marzo 2008

Brean n Bossa Chapter 8



CD1 - unmixed:

01. Mario Biondi - No Mercy For Me (re-worked by A. Magnanini)**
02. Dalindeo - Non Stop Flight
03. Toco - Guarapiranga
04. The Invisible Session - I'll Be Your Wings (Mitchell & Dewbury mix)**
05. Nick Bernard - Aromi**
06. The JuJu Orchestra - Kind Of Latin Rhythm
07. Alessandro Olivero - Walk On That Thing
08. Gerardo Frisina feat. Anna Clementi - Carolina Carol Bela**
09. The Dining Rooms - Ocean* (diggin' in the latin mix)
10. Beat Out Shrine - Pinkie (2008 version)**
11. Luis Ferri feat.Adi Souza - Jurubeba**
12. Stockolm Cyclo - V.S.O.P. (Beatfanatic Edit)
13. Fragmentorchestra - Carioca (Nicola Conte rmx)

CD2 - mixed live by Luciano Cantone:

01. S-Tone Inc - Beira Do Mar
02. Mario Biondi and The High Five Quintet - A Child Runs Free
03. Rosalia De Souza - Que Bandiera (Frisina remix)
04. Gerardo Frisina - Inviolatin
05. S-Tone Inc - Hangin' On The Moon (Frisina remix)
06. Fedreghini & Bianchi - Stay
07. Rosalia De Souza - Onde Anda o Meu Amor* (Fedreghini & Bianchi remix)
08. Gerardo Frisina - Gosto De Que E Bom
09. The Invisibile Session - 'Till The End (The Inverse Cinematic remix)
10. Soulstance - Special One
11. The Dining Rooms - Phunky
12. The Dining Rooms - Thin Ice (Fedreghini & Bianchi remix)
13. Rosalia De Souza - Rio De Janeiro* (Beatfanatic Remix)

**Previously unreleased tracks

NOTE:

Finalmente dopo qualche anno ritorna una collana molto apprezzata a livello internazionale che è diventata una specie di tratto distintivo per la Schema Records. Il cospicuo materiale di buona qualità, affine alla linea artistica della compilation, uscito negli ultimi anni, ha reso possibile l'assemblaggio di questo nuovo capitolo di Break n' Bossa che, come sempre, include brani inediti e remix adatti sia all'ascolto che al ballo. Tra gli inediti da segnalare una splendida versione bossa orchestrale di "No Mercy for Me" brano tratto dall'album d'esordio di Mario Biondi A Handful of Soul, rielaborato da Alessandro Magnanimi, il coautore del brano con Mario e "I'll Be your Wings", dei The Invisibile Session remixato da Mitchell e Dewbury. Altro inedito è il quinto brano, "Aromi", di Nicola Bernardoni alias Nick Bernard, una bossa genuina e sincera, dove spiccano la soave voce della cantante Consuelo Amici, e la linea melodica del trombone di Giuseppe Benedetto, così come inedita è la versione di "Ocean" (The Dining Rooms), e quelle di "Onde Anda o Meu Amor" e "Rio De Janeiro" di Rosalia De Souza realizzate rispettivamente da Fedreghini & Bianchi e Beatfanatic. Completamente nuove sono "Jurubeba" di Luis Ferri, dove la splendida voce della brasiliana Adi Souza è dolcemente accompagnata dal piano di Marco Bianchi e dagli effetti carioca di Paolo Fedreghini, e "Carolina Carol Bela" prodotto da Gerardo Frisina, con l'arrangiamento dei fratelli Lo Greco, che qui accompagnano la voce di Anna Clementi.

sabato 1 marzo 2008

Groovedelica Sessions



  1. Lack of Afro - Wait a Minute (Lack of Afro Remix) (Record Kicks)
  2. Gerardo Frisina - Calle De Candela (Vibes Version)(Schema)
  3. Instituto Mexicano Del Sonido - Mirando A Las Muchachas (Lovemonk)
  4. LTC - Serenata (Ricky Tick)
  5. The Stance Brothers - Jay's Lament (Ricky Tick)
  6. Marco Di Marco- Camparenda Re-Edit (Arision)
  7. Soil & Pimp Sessions - A.I.E (Brownswood)
  8. Idea 6 - Minor Mood / Metropoli (Nicola Conte Remix)(Deja Vu)
  9. Idea 6 Windy Coast (Gerardo Frisina Latin Rmx)(Deja Vu)
  10. Bittersweet - Heaven (Nicola Conte's West Coast Vibes Version)(Quango)
  11. Seun Kuti - Fire Dance (Test)
  12. Zero DB - Conga Madness (Toshio Matsuura Rmx)(Ninja Tune)
  13. Toco - Zum Zum - Charivari remix (Schema)
  14. Middlewood Sessions - Fallback (Spiritual South Rmx)(Broownswood)
  15. Gecko Turner feat. Eska - Monosabio Blues (Philp Owusu Rmx)(Love Monk)
  16. Mr.Beatnick - Diving 4 Pearls (Pulver)
  17. Club Des Belugas - Take Three (Chinchin Rec)
  18. Atjazz feat. Clara Hill - Before (Mantis)
  19. 2 Bank Of 4 - Dead Afternoons (Sonar Kollektiv)
  20. Cobblestone Jazz - 23 Seconds (K7!)
  21. 4Hero - Look Inside (Mabad Rmx)
  22. Fela Kuti - Rofo Rofo Fight (IG Culture Rmx)(White)



Reel People


Quando il giovane e ambizioso store manager Oli Lazarus diede avvio al progetto dei Reel People - nel 2000 - non avrebbe immaginato dove quel primo passo l’avrebbe poi portato. Immerso per tre anni nel suono house del negozio di dischi Flying, Lazarus aveva iniziato a sentire che la sua formazione musicale era completa e che la sua esperienza nel negozio volgeva al termine.Appassionatosi al dancefloor e avendo guadagnato una certa esperienza dell’industria musicale mentre lavorava con l’etichetta sorella Chillifunk, Oli Lazurus decise che il suo futuro risiedeva nella produzione musicale. Il suo ideale era di guidare un live ensemble nella più raffinata tradizione di Maze e Rufus, ma senza brani, performance e competenze in studio, a quel punto il suo sogno sembrava quasi irrealizzabile. Questi ostacoli apparentemente insormontabili non sarebbero tuttavia stati d’intralcio. Utilizzando la guida della produzione don Philip Asher di West London (Restless Soul), il talento del pluri-strumentista Nathan Haines e l’assistenza dell’ingegnere della Chillifunk Tom Davidson, Oil si accinse a creare il primo prodotto del progetto. “Spiritual”, remixato più tardi da Jon Cutler e Seiji (Bugz in the Attic), riscosse successo tra alcuni dei più raffinati DJs underground della città di Londra e segnò un punto di svolta per Lazarus.Fu l’album d’esordio di stampo Papa Records, un’etichetta creata inizialmente per realizzare il materiale dei Reel People ma che ha poi riscosso un successo considerevole con pezzi, tra gli altri, di Dj Spinna, Osunlade, Jon Cutler e Matthias Heilbronn. Seguì subito un altro singolo “Reeltime” e i Reel People iniziarono a farsi una reputazione come prodotto nuovo, a cavallo tra l’house e il broken beat. Durante le audizioni dei musicisti per le sessioni in studio, Oil Lazarusu si imbattè in Mike Patto, un pianista talentuoso che mostrava abilità alla chitarra e alla voce. Nonostante fossero molto diversi nelle loro rispettive personalità, si creò un rapporto istantaneo tea i due e la loro commune maniera di intendere il lavoro spinse Lazarus ad invitare Mike Patto a unirsi ai Reel People come membro full-time. Con molte realizzazioni alle spalle, non ultime quelle con i Restless Sound, Patto introdusse l’elemento compositivo all’interno del gruppo e sotto le sue insistenze, si iniziò a comporre per dare forma ai contenuti dell’album d’esordio. Lavorando con Danna Fearon, vocalist della scuderia D-inluence, i Reel People iniziarono a divenire una vera band e non solo un prodotto da studio, con prime collaborazioni come “Butterflies”, “Secon Guess”, “Washing Away” e “Back 2 Base”, cominciando così a definire il nuovo sound dell’ensemble. Gli ulteriori contributi della vocalist Vanessa Freeman e dei rinomati produttori Phil Asher, DJ Spinna e Seiji dei Bugz in the Attic, rafforzarono il sound del gruppo.Dal progetto dell’album i Reel People tirarono fuori due singoli che precedettero la realizzazione finale. Il primo di questi “Can’t Stop” fu registrato in parte a New York con la vocalist Angela Johnson (Cooly's Hot Box) e si rivelò un successone mondiale, deliziando le piste da Manhattan a Manchester, da Melbourne a Miami. Remixato da Dennis Ferrer (Sfere) il pezzo rimase un modello unico per i Reel People, avendo riscosso presso i DJs house lo stesso rispetto che l’originale riscosse presso i DJs dell’altra sponda.A seguire, il pezzo che da il nome all’album “Second Guess” apparve come singolo e dopo diverse settimane il lavoro completo fu svelato al mondo. Una stella brillante nel firmamento dei dance albums, “Second Guess” era una collection unica poichè combinava materiale tradizionalmente basato sulla canzone e sul musicista in una forma che sarebbe stata accolta nel cuore del dancefloor. I critici deliravano, i DJs sbavavano e quello che venne definito il migliore album dance britannico degli ultimi anni garantì attenzione al gruppo.Con apparizioni knockout al Cargo di Londra e serate al Jazz Café, al Band On The Wall di Manchester, al Southport Weekender, al V Festival e al Tokyo Jazz Festival, i Reel People si crearono una reputazione di grandi musicisti e motori di folle. Ancora supporto per l’album e infatti la band fu selezionata dalla Columbia Records in Giappone ma avendo esaurito tutti i fondi della Papa durante le registrazioni, c’era poco che si potesse fare per promuovere “Second Guess” fuori dalle performance live itineranti. Si presentò un’opportunità per la band alla House Music Awards di Londra del 2004 dove erano stati nominati in diverse categorie cosa che segnava la chance di suonare di fronte ai mostri dell’industria dance. Suonando "Can't Stop", "Butterflies" e "The Light" la band colpì nel segno, soprattutto quello di Simon Dunmore della Defected Records.Un aficionado del soul, egli riconobbe i talenti multi-sfaccettati dei membri dell’ensemle e si avvicinò ai Reel People nell’intento di portare a pieno compimento “Second Guess”.Nel 2005 la Defected Records realizza l’ album contenente tre inediti: "The Rain" con Sharlene Hector (Basement Jaxx) e remix di Joey Negro e Rasmus Faber; "In The Sun" probabilmente il loro miglior pezzo fino ad oggi; e una versione cover del classico di Thelma Houston "You Used To Hold Me So Tight". I Reel People sono chiamati a portare questo album meraviglioso on the road ancora una volta. In soli cinque anni Oli Lazarus ha realizzato quel sogno tanto lontano nato ai tempi del Flying, cosa che non avrebbe forse osato sperare

Spiritual South


Nato a south London da una famiglia di jazzisti, Mark Robertson aka Spiritual South è tra i nomi di punta della scena nu jazz mondiale. Appassionato da sempre di latin jazz e musica brasiliana, Mark comincia la sua carriera professionale a Sydney nel 1992. Ritornato nel ‘99 a Londra organizza le sue prime Spiritual South ClubNight, appuntamenti che si rivelano presto veri e propri eventi inperdibili del clubbing Londinese. Sempre con l’alias Spiritual South inizia a realizzare esplosivi remix che presto si impongono nella scena nu jazz mondiale, come il fortunato "Green Gold" pubblicato dalla Afroart Record di Paul Murphy e di cui si innamora anche Gilles Petterson, programmandolo e promuovendolo nel suo mitico programma Worldwide, in onda sulle frequenze della BBC. Dal 2003 inizia a remixare brani per conto di noti artisti come Bebel Gilberto, Azimuth, i giapponesi United Future Organization e lo stesso Paul Murhy. Quando non è in tour per il mondo, è possibile ascoltare la selezione di Mark, a base di rare groove, jazz e musica elettronica, al Barcode di Brixton, Londra.
Spiritual South on Web: www.spiritualsouth.com

Little Louie Vega


"Little" Louie Vega è probabilmente uno dei più grandi innovatori della house music.Nato e cresciuto nel Bronx nel 1965 (uno dei quartieri più popolari e variopinti di New York City) subisce fin da piccolo le influenze musicali dei genitori: della mamma, grande appassionata di jazz, e del padre (di origini portoricane), che invece stravedeva per i ritmi latini, sassofonista e con un fratello che faceva parte di un gruppo salsa molto rinomato all'epoca.Queste influenze rimarranno una grande esperienza musicale per lui, tanto che diverranno presto un autentico "marchio di fabbrica" di tutta la produzione "louieveghiana".
Gli iniziLa svolta per Louie arriva da ragazzo, a 14 anni inizia a frequentare i primi ambienti hip-hop, una cultura che nacque qualche anno prima proprio nei quartieri neri delle metropoli americane (NYC in primis); fu proprio in questi giri che Louie Vega comincia a far girare per la prima volta due piatti, ottenendo nel 1984 il suo primo incarico come dj resident allo "Chez sensual". In questi ambienti conobbe un ragazzo, un "nigga" del Bronx, con cui stringe un'amicizia e una collaborazione artistica destinata a lasciare un'impronta pesante nel mondo della musica: Kenny "dope" Gonzales, un dj che all' epoca suonava funk e breakbeat, come tutti i dj dell' hip-hop.In quel momento lo stile di Louie Vega era già ben definito, il talento nel vedere oltre i confini delle etichette spesso attaccate ai generi musicali, e i suoi set erano già un crossover di latin, garage e dischi pop e rock come ad esempio "pride" degli U2.
Masters at WorkLouie insieme a Kenny fonda dopo poco il progetto Masters at Work (MAW), il nome con cui tra la fine degli anni ottanta e per tutti gli anni novanta e 2000 fanno uscire decine e decine di dischi e remix, portando il ragazzo dai sobborghi di New York alle luci della ribalta internazionale, nonché alle luci delle strobo dei grandi club di New York prima, degli USA poi e infine nel mondo intero
IndiaMa c'è un altro incontro fondamentale per Louie: una ragazza, India, di 9 anni più giovane di lui e bellissima, con trascorse esperienze da modella e, piccolo particolare, una voce meravigliosa. Nacque subito l'amore, e non solo dal punto di vista artistico (i due ora sono divisi, e Vega è assieme ad un'altra cantante: Anane). Lei finora ha impiegato la sua voce per dischi salsa ma Louie, che si era affacciato al mondo della house, notò che le sue prime produzioni hip-hop/r'n'b stavano strette ad una voce potente, sensuale, dolce e malinconica come la sua. Inizia a riprodurre per lei le prime basi house che affascineranno tutto l'ambiente, consegnando al mondo una nuova "house diva": India. Numerose sono le collaborazioni tra i MAW e India: "Runaway", "Love and happines", "To be in love" e "Backfired" solo per citare alcuni dischi, diventati dei classici senza età.
Una star mondialeNel frattempo il progetto Maw si è evoluto, fino a diventare una label (MAW records) al top nel mondo house, e Louie Vega ha imposto al mondo il suo stile fatto da una mescolanza di deep, jazz, latin, accompagnata da groove potenti e coinvolgenti. Louie spesso si esibisce con l'amico e partner Kenny Dope, creando set coinvolgenti e sofisticati soprattutto nelle serate "masters at work" da loro organizzate; si esibiscono insieme a ballerini, percussionisti, vocalists, e naturalmente la bellissima India.
Il grammyLa più grande soddisfazione nella carriera di Louie arriva nella notte del 7 febbraio 2006: infatti a New York, durante la cerimonia per la consegna dei Grammy viene chiamato sul palco a ritirare il mitico grammofono d'oro, vincendo la categoria "best remix" con il remix di "Superfly" di Curtis Mayfield.C'è anche da dire, che due anni prima Vega venne premiato vincendo il grammy con lo splendido "Lei lo Lai" di "The Latin Projcet", versione successivamente rieditata, marchiata Masters at Work.
Elements Of LifeNel 2000 vi è la collaborazione con un altro grande producer americano, Blaze.Blaze non è uno pseudonimo per un'artista o un singolo, bensì il nome di un gruppo, Kevin Hedge dj, Josh Milan cantante. Sono gli unici componenti, una coppia, che unita alla maestria di Vega, scrisse "Elements of Life", canzone cantata appunto da Josh Milan.La leggerezza e la vitalità di Elements of Life conducono Louie Vega e Blaze nel 2002 a riapparire con un featuring,dal quale ottennero un altrettanto eccellente brano "Brand New Day".Nel 2003 il proggetto di Vega è ben consolidato e così esce la compilation "Elements of Life" co-prodotta e mixata da Vega, ma questo non è solo un cd semplice per Louie Vega, questo è quello con cui forse si concentrerà di piu negli anni successivi fino ad oggi. "Elements of Life Extention" esce nel 2004 e consolida la partecipazione di Blaze piu specialmente di Josh Milan, di Anane cantante e presentata al pubblico con il vinile contente "Mon Amour" e "Nos Vida" inclusi nella prima edizione di Elements of Life.A circondare Vega non sono solo cantanti, ma tastieristi, percussionisti da lui stesso lanciati come Luisito Quintero, o chitarristi Raul Midon, Mike Ciro. Insomma una vera e propria band che musicalmente non è piu molto house ma funk, jazz, soul, sempre con uno spirito di fondo molto latino. Sarà con questa infatti che nel 2005 inaugurerà il primo tour, dopo aver fatto nel 2004 apparizzioni in diversi festival jazz e all'Arezzo Wave..

Osunlade


Originario di St. Louis in Missouri, la culla del jazz, del blues e di artisti innovativi come Miles Davis, Osunlade a sette anni scopre che il l pianoforte è la sua ragione di vita. Dall'età di dodici anni inizia a creare e produrre canzoni, forma una band e si dedica alla ricerca di una direzione musicale personalissima. Oltre a suonare la batteria, il basso e la chitarra incide anche la sua voce: questo momento segna l'inizio della sua carriera musicale. La sua storia professionale inizia nel 1987, a diciassette anni, durante una visita ad Hollywood. Immediatamente cattura l'attenzione della coreografa e performer Tony "Mickey" Basil che gli offre un ruolo nel suo primo movie "Rockula" e nella serie televisiva per ragazzi "Sesame Street". La collaborazione con la coreografa lo spinge repentinamente verso Los Angeles dove inizia quella che sarebbe stata una lunga storia di produzioni musicali. Nel 1998, dopo dieci anni e più di venti album prodotti, Osunlade inizia a sentire che la pressione del music business sta oscurando la sua passione per la musica. Decide così di dedicarsi a se stesso, cercando la sua dimensione spirituale e onorando la sua anima. Ritorna così alle sue radici Ifa, una cultura basata sulla divinazione, propria dalla tribù africana yoruba.Nel 1999 Osunlade decide di dedicarsi al suo sogno, oggi diventato realtà.Fonda la Yoruba Records, diventata una delle più importanti etichette di musica dance del mondo. Con il successo della Yoruba Records, cresce anche quello personale di Osunlade. nel 2001 realizza il suo primo album "Paradigm", che presto diventa uno dei migliori album di musica dancedell'anno, solo un anno dopo con il grande successo di "Offering" raggiunge la massima notorietà.Il suo ultimo disco risale alla fine dello scorso anno ed è una compilation intitolata "Re-Offering", tredici brani eseguiti da altrettanti artisti, e prodotti e remixati da Osunlade. Un album che non deve mancare nella collezione di ogni clubber di rango.

Dj Spinna


Nato e cresciuto a Brooklyn, New York, DJ Spinna è considerato uno dei produttori/DJ/remixer più versatili e ricchi di talento della scena musicale contemporanea.DJ Spinna è stato un procacciatore di musica di qualità sin dall’inizio della sua carriera di produttore. Negli ultimi sette anni, Spinna si è distinto come uno dei più fecondi produttori nell’industria musicale. Ha prodotto numerosi pezzi e remix per artisti importanti come Michael Jackson, De La Soul, DAS EFX, MC Eiht, George Michael, Mary J. Blige, Ronny Jordan, Mos Def, Pharoahe Monch, Shaun Escofery, Grand Puba, Sadat X, Zero 7, Soul Live e Polyrhythm Addicts.DJ Spinna fa parte del duo underground JIGMASTAS il cui album è stato realizzato dall’etichetta Beyond Real Recordings, di cui Spinna è co-proprietario. Ha anche lanciato una propria etichetta musicale dance chiamata WonderWax Music.Grazie al suo sound multi-dimensionale, la credibilità di Spinna come produttore si è diffusa a livello mondiale. Ha contribuito ai successi di molti artisti di origine europea come Shirley Bassey, 4 Hero, Rae & Christian, Attica Blues, Urban Spieces, Moke, Nightmares on Wax, Phoebe One e Les Nubians.In Giappone, DJ Spinna ha lavorato con DJ Krush, Shina Jupei, Shaka Zombie, Soul Scream, Tiger e Double, artista vincitore del dico di platino.Nel giugno del 1999 Spinna ha realizzato un suo album intitolato ''Heavy Beats, Volume 1'' con la Rawkus Records, in collaborazione con Talib Kweli, Al Tariq dei Beatnuts, Problemz, Black Attack, Apani B-Fly Emcee, Thirstin Howell e Joc Max. Il singolo intitolato “Rock” rimane un classico del dance floor in tutta Europa e in Giappone. ''Heavy Beats, Volume 1” è un classico dell’ Hip Hop e uno degli album più venduti della Rawkus.Spinna ha più di 15 anni di esperienza come DJ e colleziona dischi fin dall’infanzia. La sua carriera professionale è iniziata al college come DJ alla radio e alle feste della Binghamton University.È stato ospite su Kiss FM (NY) nel 1994 e resident DJ del programma WBAI Underground Railroad. La sua visibilità come DJ e produttore gli ha permesso di girare in Giappone, Europa e Africa. È stato ospite di numerose trasmissioni radiofoniche come J-Wave (Giappone), BBC1 (Europa), Radio Nova (Francia), YFM (Sud Africa) e innumerevoli altre.Spinna deve la sua capacità di condurre le folle al delirio al suo background musicale profondamente radicato ma allo stesso tempo variegato. I suoi spettacoli spaziano dall’ Hip Hop, Break Beats, R& B e Rare Grooves al Classic Soul, Funk, Jazz, Disco classics, House e Vintage Garage.DJ Spinna ha già fatto storia nei posti più popolari del mondo come Club Yellow (Tokyo), The End e Cargo (Londra), Paradiso (Amsterdam). A livello nazionale ha suonato in luoghi quali Double Door e Buddah Bar (Chicago), all’ Om Records party della Winter Music Conference (Miami), al Phat-n-Jazzy party del Saphire Club (Orlando), al Diesel Jeans/Revolution Magazine party del Magic Show 2000 (Las Vegas).Nella sua città (New York City) ha suonato al Club Shelter, al S.O.B’s, all’ Irving Plaza e al China Club, al Tramps, allo Spy Bar, alla Tin Room, al Guernica, allo Shine, al Vinyl, Filter 14 e al Centro Fly. Ha anche suonato insieme a molti rispettabili DJ come Kenny ''Dope'' Gonzalez, Louie Vega, DJ Shadow & Cut Khemist, Bob Sinclair, ?uestLove, Bobbito Garcia, Rich Medina, Francois K, DJ Yellow, Jazzy Jeff e DJ Muro per citarne alcuni.Quelli che seguono DJ Spinna e hanno assistito alle sue performance dicono che è destinato a diventare una delle figure più importanti del panorama musicale mondiale.

Norman Jay Mbe


Fra i più autorevoli e rispettati dj del mondo, Norman Jay è un punto di riferimento fondamentale nella storia della club culture e della dance music in Inghilterra. La sua enorme reputazione e gli oltre vent'anni anni di dedizione al mestiere gli hanno reso nel 2002 un grande premio ufficiale: la nomina "Member of the Order of the British Empire". Il titolo, ricevuto direttamente dalla regina a Buckingham Palace, rappresenta un importante riconoscimento dell'impatto della club culture e dalla black music nella società inglese.Con il suo stile innovativo e pionieristico, Norman Jay cominciò a mettersi in evidenza a Londra suonando nelle feste illegali chiamate "warehouse' parties" nei primi anni '80, in cui sviluppava il suo stile ispirato da un lungo viaggio a New York dove aveva visto in azione i grandi maestro della disco come Larry Levan, Frankie Knuckles e David Morales. L'ispirazione newyorkese si è unita ovviamente alla tipica cultura anglo-caraibica londinese assorbita da Norman Jay anche in famiglia sin da piccolo: nato nella zona londinese di Notting Hill Gate da genitori caraibici, suo zio era dj e operatore di sound system e suo fratello Joy Jay è divenuto un grande esperto di reggae music.La sua vasta e approfondita cultura musicale ha reso sempre difficile restringere Norman Jay ad un solo genere musicale, rendendolo diverso dai suoi colleghi.La fama di Norman si è consolidata a metà anni '80 sopratutto grazie alle sue leggendarie trasmissioni sull'allora radio pirata londinese Kiss 100, di cui Norman Jay era co-gestore insieme a Gordon Mac e George Power: nel 1990 Kiss 100 legalizzata diventò una delle più importanti radio nazionali inglesi! La trasmissione di Norman su Kiss 100, chiamata 'The Original Rare Groove Show', ispirò tutta la nascente scena "rare groove" che dilagò in UK negli anni '90. Norman Jay fu anche il primo dj inglese ad accogliere l'allora nuova attitudine musicale di Chicago chiamata house music, anticipando la febbre acid house che esplose nei primi anni '90.Nello stesso periodo Norman affiancava il suo amico e collega Gilles Peterson nel lancio dell'etichetta Talkin' Loud, esperienza fondamentale nell'affermazione internazionale del fenomeno acid jazz e rare groove.Successivamente, insieme al fratello Joy, Norman crea il Good Times Sound System, come residenza all'annuale Carnival di Notting Hill Gate a Londra, realizzando così il suo sogno infantile di suonare in quello che oggi è fra i più importanti street festival europei. Oltre ad essere rimasto ininterrottamente sino ad oggi uno dei più amati e ricercati appuntamenti del carnival, Good Times è divenuto un marchio di qualità consolidato come dj set e come compilation discografica. La politica musicale di Good Times include house music, classici disco, soul, funk e jazz anni 70 e 80. Il sito web della BBC descrive la sua musica come "la crema della disco anni '70 unita ai più recenti successi della club music". Insomma, un grande maestro di cerimonie della black music, un uomo che per migliaia di persone nel mondo semplicemente rappresenta tutto ciò che c'è di buono nella musica.

Mark de Clive Lowe


Mark de Clive - lowe, musicista e produttore metà giapponese, metà neozelandese ha uno stile davvero eclettico, dalle influenze jazz, hiphop e soul che ha suscitato il grande consenso della critica. "...l'uomo da un milione di belle canzoni" Gilles Peterson Radio 1 Worldwide (UK). Con le sue performance e registrazioni in differenti progetti come Bugz in the Attic, 4Hero, Restless Soul, IG Culture al fianco di molti dj, produttori e artisti, è diventato una delle figure di riferimento del movimento nu-jazz odierno. Freesoul Session Live è uno spettacolo concepito come riassunto delle sue residenze al London's Jazz Café che lo vede ai controlll di un MPC e di una tastiera improvvissando al fianco di artisti come Bembe Segue, Kaidi Tatham (Agent K - Bugz in the Attic), Jason Yarde (Future Sounds of Jazz), DJ Dego (4Hero - 2000Black).

Berardi Jazz Connection


I BJC nascono dall'idea di Francesco Lomagistro (Batteria e Percussioni) di convogliare tutte le esperienze nella passione per la musica afroamericana, la ricerca del groove, la sinergia fra ritmo e melodia.Ettore Carucci (Piano) è co-leader e compagno indispensabile, nonchè al timone con Francesco in questo viaggio chiamato "The way I like", primo disco dei BJC; un viaggio iniziato diversi anni fa, la cui partenza è proprio da via Berardi, una via del centro di Taranto, dove i due si incontravano in un appartamento adibito a sala prove.Dopo diverse esperienze come "sideman" nel pop, nel jazz, nella classica e altro, Francesco ed Ettore decidono di dare vita a questo progetto, avvalendosi per questo primo disco di musicisti made in Puglia, come Paola Arnesano, Marco Bardoscia, Giuseppe Bassi, Emanuele Coluccia, Guido di Leone, Vincenzo Presta, Andrea Sabatino.L'album "The way I like" ha ottenuto ottimi riscontri dalla critica internazionale, ed i suoi brani sono stati inseriti nelle playlist di diverse radio in Europa, USA e Giappone. Dall'agosto 2006 il cd è distribuito in Giappone dalla P-Vine Records.

Gerardo Frisina


Gerardo Frisina, insieme a Luciano Cantone e Davide Rosa, ha seguito i passi dell'evoluzione artistica della casa discografica Schema Records. Il suo primo progetto, in veste di produttore, è stato “Neos”, concepito con Bruno Bolla e Gianni Bedori, che ripropone le opere di noti artisti influenzati profondamente dal sound latin, brazilian e jazz e che hanno cercato di estrapolare gli aspetti più reconditi di queste sonorità. I successivi progetti sono stati The Cabildos, Up e la serie Metti Una Bossa A Cena. Il suo contributo maggiore è stato la divulgazione del sound della Clarke-Boland Big Band, a cui è seguita la fondazione della Rearward Records, che ha acquisito la maggior parte del catalogo della gloriosa big band europea e ristampato vecchi capolavori del jazz degli Anni Sessanta. Accanto a questa attività discografica, Gerardo Frisina ha sempre continuato la sua attività di dj e col suo “Ad Lib”, datato 2001, diventa artista a tutti gli effetti. In “Ad Lib” rivisita il sound latin jazz con contaminazioni brasiliane e con l’ausilio di tecnologie che esaltano il calore del suono. Dopo l'uscita del primo album, Gerardo inizia ad occuparsi di remix, con lavori quali “Black Forest Stomp” degli Hipnosis per l'etichetta tedesca Perfect Toy e “Barloventeño Blues” di Frank Hernandez per la Dejà Vu. Nel 2003 con Schema Records esce “Hi Note”, il secondo album, che rappresenta l'evoluzione personale del suono latin jazz nella produzione di questo artista. Rispetto al disco precedente sono cresciute le collaborazioni con diversi importanti jazzisti, che hanno segnato un progressivo abbandono del lounge easy listening a favore del recupero del calore latin jazz. Nel 2004 intensa è la sua attività nei club italiani ed europei sino ad arrivare a quest’anno, nel quale Gerardo Frisina è approdato con un lungo tour in Giappone, paese che gli ha permesso di toccare con mano il livello di popolarità raggiunto su quel mercato. Nel novembre di qeust’anno la Schema Records pubblica “The Latin Kick”, un album con il quale, pur mantenendo lo stile jazzistico già messo in evidenza in “Hi Note”, Gerardo esprime il suo lato più ritmato, con molti brani adatti al dancefloor. Oltre ai fratelli Lo Greco ed a Luigi Bonafede, che già hanno collaborato con Gerardo negli album precedenti, Helena De Piño ha contribuito con il canto, Hendrixon Mena ha aggiunto tromba, flicorno e su due tracce il pianoforte, Germano Zenga i sassofoni e Francesco Pinetti il vibrafono. Per quest’album, Gerardo Frisina ha composto nove tracce originali e si è cimentato anche con alcune cover: “The Gods Of The Yoruba” di Horace Silver, “The 7th Day” di Freddie Hubbard e “Gosto De Que È Bom” dei brasiliani Ademir Carvalho e Shirley Sandala. Parallelamente, Gerardo ha intensificato anche la sua attività di remixer, curando, tra gli altri, il remix di “Swing Low, Sweet Cadillac” di Dizzy Gillespie per la Impulse Records (che sarà pubblicato prima di Natale), quello di Jorge Graf per la Soundway ed ha inoltre inciso un singolo con due brani inediti per l’etichetta inglese Afro Art, di proprietà di Paul Murphy ed Ashley Beedle.

Nicola Conte


Percorrendo la strada di Nicola Conte, sì, perché ne ha già fatta tanta!, sembra di tornare indietro nel tempo, verso la fine degli Anni Cinquanta e non solo perché è uno dei periodi musicali che lui ama in particolare, ma perché a quei tempi si cominciava a respirare il jazz in un modo diverso. Si cominciavano a scoprire musicisti, si ascoltavano i primi dischi stranieri, si respirava un’atmosfera diversa, quella che poi si è ricreata al Fez di Bari, vera e propria fucina di idee, di persone, di scambi culturali. Da qui partono e si sviluppano le prime produzioni di Nicola Conte che fanno conoscere, in pieno movimento acid jazz, gruppi come il Paolo Achenza Trio, Quintetto X, Fez Combo, Intensive Jazz Sextet. Alcune di queste formazioni facevano riferimento alla scena appena citata, altre, come i Balanço, si sono evolute nella ricerca di sonorità strettamente legate alle colonne sonore, con la riscoperta di autori italiani come ad esempio Morricone e Piccioni, vere e proprie muse ispiratrici e altre ancora, come gli Street Jazz Unit, riprendevano in forma vocale, quel sound tipico della Blue Note. Il tutto per far capire la versatilità e l’intelligenza di Nicola Conte, che stava trasmettendo in maniera misurata ad ognuna di queste sue produzioni, il suo vero grande amore, il jazz. In particolare, il suo modo di sentire il jazz è strettamente legato alla musica di fine Anni Cinquanta, inizio Anni Sessanta, anche di estrazioni differenti, come ad esempio tutti quei trii e quartetti dei brasiliani, che soprattutto dal punto di vista ritmico e della melodia, avevano una freschezza unica, anche se poi si trattava di armonie molto semplici, come il blues. Poi, escludendo i grandi numi tutelari come Davis, Coltrane, Silver, Blakey, Conte si rifà molto al jazz modale e ne ha fatto proprio una ricerca, sia perché è appassionato, sia perché è un collezionista di dischi e quindi eccolo buttarsi a capofitto alla ricerca di gruppi e personaggi meno conosciuti ai più, perché magari non avevano avuto la possibilità di incidere per grosse case di produzione o major per cui non avevano una grossa visibilità internazionale.
La sua passione per il jazz lo porta nella seconda, importantissima fase della sua carriera: ora siamo verso la fine degli Anni Novanta e in questo periodo nascono le produzioni più strettamente legate alla musica afroamericana. Ecco venire alla luce i Jazz Convention, il Quartetto Moderno, il Rosario Giuliani Quartet e lo Schema Sextet: in queste produzioni, eseguite sempre nello stesso studio di Bari, ci sono quei musicisti che guarda caso oggi lo accompagnano, suonano le sue composizioni ed eseguono le sue creazioni e stiamo parlando, fra gli altri, di Fabrizio Bosso, Gianluca Petrella, di Lorenzo Tucci, Pietro Ciancaglini, Gaetano Partipilo, Pietro Lussu. Forte di queste esperienze Nicola decide che è giunta l’ora di un album a suo nome, Jet Sounds, uscito nel 2000, elegante simbiosi di sonorità tipicamente italiane, legate al mondo del cinema e influenzate da jazz, bossa nova e psichedelia. Con questo lavoro Nicola prosegue parallelamente all’attività di produttore quella di DJ, che lo porta a suonare in diversi club sparsi in tutto il mondo. Ma in questo frangente cresce anche la sua importanza come compositore e musicista e il momento della svolta è caratterizzato dal singolo “New Standards”, scritto assieme a Petrella, vera e propria dichiarazione d’intenti sul suo immediato futuro.
Per un curioso gioco di rimandi, nel 2002 Nicola produce il disco di Rosalia De Souza, cantante dei mai dimenticati Quintetto X, uno dei primi gruppi a cui aveva dato la sua impronta. In Garota Moderna viene focalizzata la sensuale voce della Souza attraverso tredici tracce di “bossa nova flavour”.Attraverso i remix ha sviluppato la ricerca sul suono con strumenti veri: l’obbiettivo era quello di ottenere musica con lo stesso impatto dell’elettronica, ma suonata acusticamente con la finezza del jazz anni sessanta. È riuscito ad ottenere, primo fra tutti, facendo risuonare i brani ai suoi musicisti, ritmi puramente jazz che diventano musica da club. I lavori per personaggi come Greyboy, Eli Goulart, Yoshinori Sunahara, Trüby Trio, Re:Jazz, Koop, The Dining Rooms, Sunaga t Experience, Five Corners Quintet e altri, sono fondamentali per capire il lavoro di Nicola Conte. Un esempio lampante si può ascoltare nell’ultimo album degli Hi-Five, dove, accanto al brano originale, ci sono due versioni remixate da Conte, prima un arrangiamento per quintetto jazz, poi, in post produzione, con l’aggiunta dell’elettronica, una versione club. Questi sono i nuovi standard per il jazz moderno, con musicisti italiani, sui quali Nicola, insieme alla Schema Records, etichetta italiana che pubblica i suoi dischi, ha sempre creduto e investito con passione sulla loro capacità musicale. E ora penserà a quando si rigirava i vecchi e storici vinili della Blue Note, e mai avrebbe immaginato che in futuro su una di quelle copertine ci sarebbe stato il suo volto.

Vertical Groove



Vertical Groove è un progetto musicale nato di recente. Dietro c'è Piergiorgio Capozza, dj, producer, remixer, collezionista di vinile, musicista e non per ultimo art director nell'organizzazione di clubnight.E' stato il graphic designer di tutte le produzioni musicali legate al Fez Club di Bari dal 1990, e come musicista è stato il sax tenore della band Sestetto Nuovo. Piergiorgio ha avuto il grande merito di esportare in giro per il mondo le idee innovative alla base del concetto di clubbing made in italy. I suoi dj set sono fortemente orientati verso funk, jazz, brasilian music, sia pescando nel repertorio classico che nelle rivisitazioni di matrice elettronica.
www.myspace.com/verticalgroove

Paul Murphy


Tutto iniziò alla fine degli anni '70, quando con la club night "The Kingswood Club" Paul Murphy si appassionò al djing.Fu uno dei primi dj a miscelare jazz, contribuendo al successo ed all'affermazione della scena jazzdance londinese in tempi non sospetti. Molti furono i club che devono la loro popolarità al talentuoso dj londinese, tra loro lo storico "Jazz Room" a Brighton è tuttora in attività. Tra l'84 e l'86 inizia la sua carriera da discografico dando vita alla Palladin Records, realizzando l'adesso seminale Venceremos del collettivo londinese Working Week, e producendo Lps di Tommy Chase, Jimmy Mcgriff e Phil Upchurch, per citarne solo alcuni. Questo e tanto altro gli valse il primo Dj of the year della rivista WIRE nel 1985. Ma è proprio ora a distanza di tanti anni che Paul Murphy è tornato prepotentemente alla ribalta occupandosi della direzione artistica della Afroart Records fondata dal'X-Press2 Ashley Beedle. Ed è proprio con l'Afroart che si impone all'attenzione del grande pubblico con produzioni di gran successo, tra cui Il singolo "Jazz Room", una delle release piu' popolari dell'etichetta. Il remix degli Spiritual South è stato una grande hit ed uno dei dischi + suonati nei BBC Worldwide show di Gilles Peterson del 2004.

Gilles Peterson


Biografia:

Gilles Peterson negli ultimi 20 anni di musica moderna ha disegnato un percorso molto particolare che a partire dalle radici primordiali della musica africana si inoltra nella cultura del basso giamaicana, un viaggio musicale alla continua ricerca del “perfect beat” che dall’urban soul di Detroit giunge alle nuove frontiere del nu jazz di matrice europea. Una serie infinita di stili musicali ed artisti che apparentemente non hanno affinità comuni, ma che solo un talento straordinario come Peterson può mescolare grazie anche alle sue molteplici attività: dj e speaker radiofonico è conosciuto soprattutto per la sua etichetta discografica “Acid Jazz Records” che ha assegnato un nome ad un genere di funky, brass-inflected e dance music nei primi anni Novanta e rappresentato da artisti come Brand New Heavies e Jamiroquai. Un talento inarrestabile e un precursore stilistico, capace di imporre nuove tendenze come con la sua nuova etichetta “Talkin’ Loud”: nel 1997 produce il disco di Roni Size “New Forms” vincitore del “UK Mercury Prize”, vero e proprio simbolo della scena drum’n’bass internazionale. Un abile produttore ma anche un ottimo speaker radiofonico fin dall’età di 18 anni. Attualmente conduce su Radio1FM della BBC il suo programma culto “Worldwide”, un format radiofonico capace di mescolare soul, jazz, hip-hop, house e funk. Un programma radiofonico che dal 1998 è alla continua ricerca del “perfect beat” e che oggi trasmette in network in 15 diverse nazioni e in Italia trasmette su Radio MonteCarlo.

2 Banks Of 4


2 Banks Of 4 è il nome della band creata qualche anno fa da Rob Gallagher dei Galliano e Demus dei Young Disciples. Un concentrato di future soul, blues e poetry, espresso con due album ed uno nuovo, questo "Junkyard Gods", in uscita per la berlinese Sonar Kollektiv. Insieme a loro, la fidata vocalist Valerie Etienne, che manifesta con la classe di sempre la sua naturalezza da cantante (nu)soul di un tempo.

LUSSO, TUCCI AND CIANCAGLINI


Le lettere LTC sono le iniziali dei tre musicisti coinvolti in questo disco, ovvero Pietro Lussu, Lorenzo Tucci e Pietro Ciancaglini. Attivissimi da molti anni nei palcoscenici jazz di tutto il mondo con artisti come Fabrizio Bosso, Mario Biondi e Nicola Conte, ci presentano adesso "A Different View", dieci tracce di pura energia swing ed hard bop, con alcune reinterpretazioni di celebri brani di Francy Boland, Bobby Timmons e Lou Donaldson. Pubblicato in Giappone dalla Columbia, questo disco ha conquistato l'Award come "miglior club album straniero", indetto annualmente dalla rivista Adlib.

Steve Evans Quartet


Il percorso che porta al jazz vocale è stato lungo e vario per il cantante di Chicago, Steve Evans. Da bambino viene istruito come cantante classico e, molto dotato vocalmente, arriva alla Interlochen Arts Academy. Il suo naturale approdo sembra il canto classico, l’opera. Ma era destino che ciò non accadesse. Va oltre, si appassiona all'arte della recitazione. Lascia Chicago e si trasferisce a Londra, approda alla Royal Academy di Arti Drammatiche. Il suo maestro è George Schdanoff, l’icona del teatro russo e co-creatore della tecnica recitativa di Michael Chekhov. Incoraggiato dalla disciplina degli artisti Russi, quindi, Evans incontra Slava Dolgechev, rinomato direttore del Teatro d’Arte di Mosca, e studia con lui il famoso metodo Stanislavski. Durante questo periodo entra in un piccolo negozio di dischi, dove ascolta i classici album di John Coltrane e Johnny Hartman. Neanche a dirlo, questa musica cambia invece il corso della sua vita. Inizia a studiare il jazz nella forma teorica più basilare: armonia, pianoforte ed arrangiamento. Accetta un invito del Berklee College of Music, la celebre scuola californiana. Qui incontra il cantante jazz Kevin Mahogany, nella veste di suo master teacher. Ritorna quindi nella sua Chicago, culla creativa del jazz del secolo scorso, e si inserisce nelle sempre viva scena locale. Dà vita ad un quartetto jazz, e debutta con un album 2 Sets, registrato in presa diretta, un vero live in studio.La scelta del repertorio artistico è ardita e insolita allo stesso tempo, comprendendo brani di Nick Drake, Tom Jones, Arto Lindsay, ma anche di Percy Heath ed Harold Arden. Il feeling dei musicisti che si percepisce dall'ascolto del disco è impressionante. Il contrabbasso di Jake Vinsel è una guida perfetta per il timbro tenorile di Evans, mentre il batterista Noritake Tanaka ed il pianista Leandro Lopez Varady aiutano a distendere la tessitura compositiva, sulla quale l'artista di Chicago si esprime al massimo. All'’interno del già ristretto campo delle voci maschili jazz internazionali, il timbro di Steve Evans si distingue per la sua estensione da tenore, per gli arrangiamenti originali e per il suo intimismo.